Blog, Neurologia

Sistema nervoso centrale

“[…] Chiunque continua ad imparare resta giovane. La cosa più importante nella vita è mantenere la mente giovane”

Henry Ford, imprenditore, fondatore della Ford Motor Company

Se il tempo cancella una memoria di ferro

Invecchiando è normale faticare a ricordare impegni e appuntamenti, a imparare nuovi concetti o a intraprendere nuove attività. Entro certi limiti, questa sorta di stanchezza mentale è un fenomeno normale che non deve preoccupare. Esiste però uno stato di frontiera o di transizione tra normale invecchiamento e disturbi neurocognitivi maggiori, che viene definito MCI (Mild Cognitive Impairement – Disfunzione cognitiva lieve).

L’MCI è una lieve compromissione delle funzioni cognitive e si presenta con alterazioni a carico della memoria, dell’attenzione o delle capacità esecutive, che pur non interferendo significativamente con le normali attività giornaliere si rivelano di maggiore entità rispetto a quelle che in media si verificano in persone di pari età e istruzione.

L’MCI può rimanere stabile, ma alcune ricerche indicano che circa il 10-15% delle persone con MCI tendono a progredire verso disturbi neurocognitivi maggiori. Per questo, sono stati implementati numerosi studi clinici sulle molecole con azione neuroprotettiva, utili per coloro che presentano alto rischio di evoluzione negativa dell’MCI.

Contro il declino neurologico e cognitivo

Per cercare di mantenere più a lungo in modo ottimale le prestazioni intellettive, si può agire riducendo fattori di rischio (sovrappeso, fumo, diabete, ipercolesterolemia, ecc.) attraverso sane abitudini, come: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, pochi alcolici, niente fumo, controllo del peso corporeo, e seguendo terapie mirate in caso di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete.

Altre strategie preventive preziose consistono nel mantenersi mentalmente attivi, grazie al training cognitivo, che consiste nel dedicarsi ad attività stimolanti, come leggere, visitare mostre, andare al cinema o a teatro, usare dispositivi tecnologici, e partecipare ad attività interattive a livello familiare e sociale, ad esempio seguendo corsi, organizzare feste e viaggi di gruppo ecc..

Contro il declino neurologico e cognitivo

Le terapie farmacologiche, ad oggi, non sono realmente efficaci nell’arrestare l’evoluzione patologica di un declino neurologico e cognitivo una volta che si è instaurato.
Tuttavia, diversi studi clinici hanno confermato che il trattamento integratori (o sostanze naturali) con proprietà antiossidanti e neuroprotettive, come l’omotaurina, le vitamine del gruppo B, o la colina, possono rappresentare un valido sostegno nel rallentare i processi di invecchiamento e di declino del sistema nervoso centrale.

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